Il principio di non-località

Le filosofie orientali hanno da millenni alla base dei loro insegnamenti il principio del “Tutto è Uno”, ovvero che in realtà non esiste una divisione fra entità che ad occhio nudo appaiono diverse.

Questo principio è stato recentemente confermato da un famoso paradosso della fisica quantistica, indagato, approfondito e sperimentato dai più grandi scienziati al mondo. Si chiama “Paradosso EPR”, dai fisici che l’hanno studiato: Einstein, Podolsky e Rosen.

Se si prende una particella quantica, caratterizzata da rotazione pari a zero, e la si spezza in due, le due particelle risultanti avranno una rotazione uguale e contraria, che sommate fra di loro daranno di nuovo zero, in accordo con una particolare legge fondamentale della meccanica quantistica.

Ora se prendiamo una delle due particelle e la inviamo nello spazio a distanze enormi, anche a milioni di anni luce, quindi invertiamo la rotazione della particella che abbiamo con noi, anche la particella, che si trova lontanissima nello spazio, cambierà il senso della propria rotazione in modo perfettamente sincronizzato, scavalcando tutte le leggi fisiche conosciute.

Questo dimostra scientificamente che le due particelle in realtà non sono separate, ma sono un’unica entità apparentemente manifestata in due luoghi diversi.

Infatti se fossero state due diversi oggetti scollegati, l’informazione sull’inversione di rotazione della prima particella avrebbe impiegato milioni di anni per arrivare, alla velocità della luce, alla seconda particella.

Viene quindi confermato il principio del “Tutto è Uno”, che gli antichi saggi orientali avevano conquistato attraverso raffinatissime ed avanzate tecniche meditative.

E’ sorprendente realizzare che noi esseri umani, gli animali, la vegetazione, tutto quel che esiste, è composto, in ultima analisi, da particelle quantiche, e che queste sembrano essere l’anello di congiunzione fra la realtà che percepiamo con i nostri sensi, e che possiamo sperimentare, ed una realtà più sottile e più reale, dove tutte queste particelle (che in definitiva, siamo noi) coesistono in un unico corpo vivente oltre lo spazio e il tempo.

Se questo è vero allora è anche vero che il mondo che vediamo, il tempo, il movimento, la velocità, gli eventi, sono in verità ologrammi che rispecchiano esistenze e realtà che non riusciamo a percepire.

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